ROMA -
Politici, giornalisti, dirigenti federali e
arbitrali, calciatori: tutti in fila davanti
a Luciano Moggi, il padrone del calcio italiano,
in attesa di un favore, una raccomandazione,
una parola buona. Il dossier delle intercettazioni
sul trio Moggi-Giraudo-Pairetto consegnato dalla
Procura di Torino a quella di Roma, alla Figc
e all'Uefa è una miniera inesauribile di piccoli
e grandi scandali che vanno molto al di là dei
peggiori stereotipi e dei più vieti luoghi comuni
sul calcio all'italiana
PREVITI CUORE
LAZIALE - Luciano Moggi ha rapporti con
molti politici, fra cui due ministri. Un giorno
però, dalle telefonate, spuntano anche i nomi
di Berlusconi e Previti. E' il 1° settembre
2004: Giraudo racconta a Moggi una confidenza
che gli ha appena fatto il vicepresidente del
Milan, Adriano Galliani, su presunte pressioni
di Previti (laziale sfegatato), per "aiutare"
il presidente della Lazio Lotito, indebitatissimo
col fisco: "Adriano dice che lui ha litigato
con Cesare Previti, perché l'ha chiamato Cesare
Previti per dargli una mano a Lotito. Cesare
Previti gli ha detto: "Guarda che lo vuole Berlusconi".
Allora Adriano gli ha detto: "Allora fammelo
dire da Berlusconi, perché se Berlusconi vuole
che io dia dei soldi a Lotito, siccome mi sente
sempre, non ho problemi, ma siccome non me l'ha
mai detto... ".
LE MINACCE
- La Commissione di vigilanza sui procuratori
del calcio contesta ad Alessandro Moggi, presidente
della Gea, un comportamento scorretto e minaccia
di squalificarlo per un po'. Il giovane Ale
va a piangere da papà Luciano, che chiama furibondo
un membro della Commissione, Paolo Conti: "Che
roba è?". Quello si giustifica: "Noi l'abbiamo
sempre rimandata, abbiamo già fatto molto, cerchiamo
di fare il meno possibile, ma cerca di intervenire
tu". E gli segnala un altro membro, Gallavotti
(avvocato della federcalcio, ndr): "Tu gli devi
dire che bisogna fare una pena pecuniaria, se
no rischia la sospensione, se tu li sensibilizzi".
Moggi: "Ma chi bacherozzi devo sensibilizzare?
Io lo sculaccio! E tu vedi di non rompere i
coglioni". Poi telefona a Gallavotti, che lo
chiama affettuosamente "Lucianone": "Tu hai
fatto quella commissione che giudica i procuratori,
no? Bò, sensibilizzali un po', perché il 20
hanno chiamato Alessandro per una cosa di due
anni fa. Ma digli che andassero a fanculo, che
non rompessero i coglioni! Li conosci tutti,
mi raccomando, fammi sapè". L'avvocato, ubbidiente,
assicura: "Sì, sì, ci parlo io". Il giorno 22
Ale richiama papà: "L'avvocato Onorato della
commissione ha chiesto 3 mesi di squalifica
per me. Alla fine qualcuno mi ha difeso, anche
se questo stronzo di avvocato ha chiesto una
multa più 3 mesi di squalifica". Moggi senior
è una furia: "L'accordo era una multa! Ora sistemo
Gallavotti, lascia fare a me". Prima però parla
con un altro membro della commissione, che gli
spiega: "La deposizione di Alessandro è stata
brutta e gli avvocati han fatto un casino della
Madonna". Ma Lucianone passa alle minacce: "Ma
io, senza la deposizione di nessuno, incastro
dieci di voi, dài! Ma che cazzo di deposizione,
facciamo a pigliarci per il culo? Ci metto le
mani io e faccio cacciare una decina di procuratori!".
Alla fine Alessandro se la cava con una multa.
LUCIANONE
MOVIOLISTA - Con tutto quel che ha da fare,
Moggi trova il tempo per istruire i moviolisti.
Uno di una tv privata lo chiama per sapere come
trattare l'arbitro Trefoloni che "ha regalato
un rigore alla Lazio". E Lucianone: "Bisogna
trattarlo bene". Poi c'è il moviolista di Biscardi,
che dal 2004 ha inaugurato al Processo la "patente
a punti" per gli arbitri. Anche per lui, istruzioni
precise prima di andare in onda: "Allora - raccomanda
Moggi - te devi salvare Bertini, Dattilo e Trefoloni.
Sul Milan puoi battere quanto ti pare". Il giovanotto
fa notare che gli arbitri hanno commesso errori
e, con la patente a punti, "qualcosina dobbiamo
tirar via a Trefoloni e Dattilo, magari un punto.
Dimmi tu cosa devo fare e io nei limiti del
possibile faccio". Ma Moggi, inflessibile: "A
Dattilo, Trefoloni e Bertini va dato un punto
in più: anziché 20, 21! Poi ci sentiamo dopo
la trasmissione". Il pover'uomo gli rinnova
una raccomandazione, un fax che gli ha inviato
tempo prima: "Pensi di riuscire a far qualcosa
per me, per farmi fare qualche partita di serie
A? Ti prego, ricordati di me nelle tue preghiere".
E Moggi, benedicente: "Ma io mi ricordo sempre
di tutti, non c'è bisogno di pregare".
L'ARBITRO
CON 50 OCCHI - Lunedì 20 settembre 2004,
alla vigilia della cena a casa Giraudo (martedì
21), vengono designati gli arbitri per la terza
di campionato, in programma mercoledì 22. La
Juve sarà a Genova contro la Sampdoria. Il 20
mattina Moggi chiede notizie a Pairetto: "Ma
che fate oggi i sorteggi?". Pairetto: "Sì, adesso...
comunque abbiamo impostato bene, stiamo definendo,
è tutto ok... tutto avanti... a dopo". Un'ora
dopo un'impiegata dalla Figc chiama Moggi: "Sono
usciti gli arbitri per mercoledì". E lui: "Sì,
sì, ma li conosco già: abbiamo Dondarini". La
donna è stupita: "Ah, li conosce già? Sì, Dondarini,
esatto". L'indomani un Dondarini emozionatissimo
chiama Pairetto per ringraziarlo (l'arbitro
era stato pure candidato da Pairetto ad internazionale).
Pairetto: "Mi raccomando, Donda... Fai una bella
partita, che sai che lì sono sempre...". Dondarini:
"... particolari...". Pairetto: "Infatti, quindi
con cinquanta occhi bene aperti... per vedere
anche quello che non c'è, a volte... So che
arbitrerai benissimo". La Juve vince 3-0, a
mani basse. Il primo gol è su rigore, generosamente
concesso dal Donda fra le proteste. All'ultimo
minuto il guardalinee segnala un rigore anche
per la Samp: fallo in area su Pagano. Il Donda
indica il dischetto, ma poi, quando Flachi sta
per calciare, cambia idea e trasforma il penalty
in corner. Finisce in rissa. L'indomani il malcapitato
telefona a Pairetto: "Bella battaglia, hai visto?
Questi della Samp erano fuori di testa, se non
c'erano i giocatori della Juve che mi aiutavano,
non so come finiva la partita... Ho dovuto dare
un rigore (alla Juve), che era di un netto,
Gigi... Emerson mi guarda subito come a dire
"oh, ma questo è rigore", e io tranquillamente
fischio e indico il rigore, solo che sai lì
nessuno ha capito niente... il pubblico... Poi
per fortuna mi dicono che c'è l'inquadratura
dietro la porta che fa vedere che è nettissimo...
Non puoi dare un rigore perché è una grossa
squadra?". Quanto al rigore dato e poi tolto
alla Samp, è tutta colpa del guardalinee: "Mi
ha detto: "Donda, scusami, ho fatto una gran
cazzata, non dare il rigore, è solo angolo".
Allora, sul 3-0, gli ho detto: "Ma ormai diamo
il rigore". Ma lui fa: "No, assolutamente non
darlo, perché facciamo una figura di merda".
Alla fine l'episodio non è stato bello, ma è
meglio non averlo dato... Alla fine credo di
averla portata via limitando i danni...".
LE GUERRE
DEL MERCATO - La campagna acquisti bianconera,
dopo l'arrivo di Capello, ha due obiettivi:
Fabio Cannavaro dall'Inter e Zlatan Ibrahimovic
dall'Ajax. I due sono già d'accordo con Moggi,
ma restano da convincere i rispettivi club,
buttandola in rissa e aizzando i giocatori contro
le società. Il 20 agosto Lucianone dice a Giraudo:
"Ho parlato con Cannavaro e ci ho fatto parlà
anche Ciro Ferrara". Il caso lo segue il suo
factotum Paco Casal. Ma poi Moggi parla direttamente
con Cannavaro e lo convince a far chiamare dal
suo procuratore Branca "il brindellone alto",
cioè il presidente dell'Inter Giacinto Facchetti,
per comunicargli: "Guardate, io voglio andar
via, perché non sono considerato dall'allenatore".
Insomma, Cannavaro "farà casino, dopodiché Paco
interviene" con l'Inter. Anche Ibrahimovic,
ad Amsterdam, ha ricevuto precise istruzioni
sulle più moderne tecniche di guerriglia: rifiutarsi
di giocare, non presentarsi agli allenamenti,
fare l'offeso per il trattamento del compagno
di squadra Van der Vart. "Il ragazzo (Ibrahimovic,
ndr) c'ha le palle... E' venuto fuori un litigio
bestiale - confida Moggi a un giornalista famoso
e molto amico - alimentato un po' da noi, insomma...".
Alla fine, come da copione, Ibrahimovic approda
alla Juve. Pairetto, sempre molto super partes,
chiama Moggi apposta dall'Uefa per complimentarsi
dell'affare: "Eccezionale! Bestiale! Complimenti!
Madonna!".
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