TORINO - Vanno in scena vestendo panni
ormai difficili da decifrare. Il pubblico stipato
nella Sala gialla, la più capiente tra quelle
della Fiera del libro, li applaude, si indigna
e pende dalle loro labbra. E fanno ridere. E
passi se fa ridere il primo, Paolo Rossi, che
di mestiere fa il comico. Ma che faccia ridere
tutti anche Marco Travaglio, che fa il giornalista,
rende tutto più complicato e, appunto, indecifrabile.
tema dell'incontro
è "Salviamo la Costituzione... e la televisione".
Salvare la Costituzione dalla riforma federalista
e dal suo stravolgimento nella prassi quotidiana,
salvare la televisione pubblica dall'ingerenza
totale dei partiti per trasformarla, dice Travaglio,
"non dico nella Bbc, ma almeno in qualcosa che
assomigli a una tv pubblica sul modello francese
o spagnolo o tedesco".
Perché? E qui
si comincia a ridere. Non si sforzano molto
Rossi e Travaglio, si limitano a citare alcuni
esempi. Rossi: "L'articolo 70 della Costituzione
è composto da sette parole e stabilisce che
le Camere hanno la funzione legislativa. Nella
nuova bozza, quella elaborata da Calderoli e
gli altri saggi nella loro baita in montagna
sono cinque pagine e non si capisce niente".
E giù a leggere commi, rimandi ed eccezioni.
Ancora Rossi:
"La Costituzione dice che l'Italia ripudia la
guerra. Dice ripudia, non all'Italia la guerra
non sta tanto simpatica. Allora ci si è inventati
il concetto di guerra preventiva, cioè io ti
faccio la guerra prima che tu, terrorista, mi
faccia un attentato. Allora il terrorista potrebbe
dire: ah sì? Allora io ti faccio un attentato
preventivo prima che tu mi faccia la guerra
preventiva e l'attentato che tu pensavi ti avrei
fatto dopo te lo faccio prima...". Risate.
Sulla Rai Travaglio
si limita a leggere la scaletta del Tg1 delle
20 il giono in cui si aprì l'inchiesta su Antonveneta,
Fiorani e i furbetti del quartierino che sarebbe
poi sfociata nel terremoto che investì politica,
finanza ed economia fino al vertice della Banca
d'Italia. Il Tg1 quel giorno non diede la notizia,
ricorda il giornalista, "ma in compenso parlò
del rischio obesità, della pasta, di un uccello
che negli Usa fece un uovo sul cornicione dell'edificio
del ministero del Tesoro". Altre risate. E ancora
risate al ricordo di certe trasmissioni sul
covo di Provenzano e risate che si trasformano
in indignazione e applausi quando si parla di
inchieste e sentenze che già hanno portato alla
luce tutte le complicità politiche del boss
e che tutto il resto sono solo chiacchere, "armi
di distrazione di massa", le definisce Travaglio.
Poi si parla
di censura e soprattutto di comici censurati.
Travaglio: "Molti chiedono come faranno adesso
i comici senza Berlusconi? Ma perché con Berlusconi
chi li ha potuti vedere in Rai?" E Rossi: "Non
sarà più come prima, prima avevamo un fuoriclasse
al governo che praticamente scriveva lui i testi.
A me il numero del capò al Parlamento europeo
non sarebbe mai venuto in mente". E aggiunge:
"Con il centrosinistra non sarà più lo stesso.
La satira deve prendere di mira il potere, ma
questi mi sembra che abbiano più bisogno di
un attore drammatico...".
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