ROMA - Condannato. Silvio Berlusconi aveva chiesto un risarcimento
di 20 miliardi del vecchio conio, come direbbe Bonolis, a quel
diavolo di Marco Travaglio, colpevole, in associazione a delinquere
con l'attualmente desaparecido Rai Daniele Luttazzi, di averlo
offeso, anzi di aver "letteralmente devastato - si legge nella
querela - la sua immagine di politico e di imprenditore".
Ma il giudice ha deciso diversamente
e ha condannato il capo del governo a pagare le spese legali
nell'ordine di centomila euro. Ne dà notizia lo stesso Travaglio,
molto sollevato all'idea di non dover versare a rate, per il
resto dei suoi giorni, la cifra richiesta dagli avvocati del
Cavaliere. E ora i fatti, come si dice in gergo d'aula.
Era il 14 marzo del 2001, un
mercoledì sera. Su Raidue andava in onda Satyricon, direttore
di rete Carlo Freccero, produttore Bibi Ballandi (anche loro
denunciati in sede civile). Luttazzi chiama Travaglio a parlare
del suo libro, "L'odore dei soldi", scritto a quattro mani con
Elio Veltri. Storia non autorizzata sulle origini delle fortune
economiche di Berlusconi, sui segreti meccanismi finanziari
che portarono alla nascita della Fininvest, sullo strano arrivo,
ad Arcore, dello stalliere mafioso Vittorio Mangano. Minuti
televisivi senza filtro.
Luttazzi chiede, Travaglio risponde,
con documenti e atti che ha usato per scrivere. Da dove ha preso
Berlusconi i miliardi per cominciare? Perché ha ospitato un
boss, poi condannato a due ergastoli, a casa sua? Perché la
Rai ha sempre scansato l'ultima intervista di Paolo Borsellino,
acquisita da chi indaga sulle stragi di Capaci, via D'Amelio
e degli Uffizi? Intervista nella quale, spiega Travaglio, il
magistrato parla dell'interesse della procura di Palermo per
Berlusconi, Dell'Utri e Mangano?
Ignobile attacco al capo dell'opposizione,
libercolo diffamatorio": Berlusconi s'infuria, querela, fa querelare.
Partono dieci cause che sarebbero in realtà cinque raddoppiate,
una per la trasmissione e una per il libro, moltiplicate appunto
per cinque. La Fininvest di Aldo Bonomo chiede cinque miliardi,
Mediaset di Confalonieri si aggrega. Querelano anche Giulio
Tremonti, citato perché la sua legge avrebbe garantito 243 miliardi
di sgravi a Mediaset, e Forza Italia, partito offeso del leader
offeso. In tutto le richieste di risarcimento ammontano a 150
miliardi di vecchie lire.
Pochi giorni fa, in sordina,
la decisione del giudice, a breve la motivazione della sentenza.
Travaglio, che ha appena finito di risarcire Previti per una
causa persa ("Un problema di avvocato"), si dice "contento,
molto contento": "Nel mio libro non dicevo niente di nuovo,
mi sono limitato a riordinare documenti. Non abbiamo danneggiato
nessuno perché non abbiamo mentito. Le querele sono partite
solo per spaventarci. Io ho scritto acqua fresca rispetto a
quel che si legge nella sentenza Dell'Utri dell'anno scorso.
Berlusconi è stato condannato
in sede civile, dovrà pagare le spese legali. E' un passaggio
importante. Con questa, ho vinto tre cause su dieci. Me ne rimangono
altre sette...". Travaglio sta preparando un altro libro. Si
chiama "Inciucio". Avverte: "Questa volta s'incazzerà anche
la sinistra".
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