Carissimi, desideriamo rivolgerci
a voi direttamente e personalmente, non ricorrendo questa volta
al consueto invio multiplo, per un appello di solidarietà che ci
sta molto a cuore, e che riguarda una persona che è un nostro
caro amico da sempre, Francesco Giuffrida.
Nella stessa forma, diretta e personale, invieremo questo messaggio a
tutte le persone che, come voi, sappiamo essere sensibili al tema
dell'integrità e del coraggio civile.
Per chi non lo ricorda, diremo che Francesco Giuffrida è il
coraggioso dirigente della Banca d'Italia (Vice-direttore a Palermo)che
su richiesta e incarico della Procura della Repubblica di Palermo ha
condotto una accurata e scrupolosa perizia tecnica sui flussi di
capitali diretti alla Fininvest, per il processo a Marcello Dell'Utri.
Per questo suo lavoro Francesco dovrà comparire in giudizio il
12 ottobre, citato dalla Fininvest per presunti danni morali. La
citazione è arrivata alla vigilia del processo d'appello per
Dell'Utri, e in corrispondenza con un altro incarico attribuito, sempre
a Francesco, questa volta dalla Procura di Roma, che evidentemente lo
ritiene un tecnico assai affidabile, per indagare sui movimenti di
capitali legati alla vicenda di Roberto Calvi. "Sembra una minaccia, un
modo per zittirlo e intimorirlo al processo" ha dichiarato in
giugno un magistrato al giornalista del Corriere Cavallaro. Non solo:
la citazione comporta il concreto rischio che tutta la tutta la sua
attività di esperto, e le perizie che gli sono state affidate,
vengano delegittimate, compromettendo le indagini effettuate e in corso.
Francesco Giuffrida dovrà andare a difendersi di fronte ad un
uomo che è stato condannato per mafia, solo per aver fatto il
suo lavoro e per averlo fatto bene, e dovrà farlo da solo, visto
che nemmeno la Banca d'Italia, a conoscenza ovviamente della sua
collaborazione con il tribunale, si è mossa per un'azione di
sostegno, o per tutelarlo in sede di giudizio.
Perchè questo appello? per rompere il silenzio e la solitudine
che lo circondano (solo Felice Cavallaro ha scritto un articolo sul
Corriere, e un'altro è uscito sulla Repubblica, entrambi in
giugno, poi più nessuna informazione), contro il pericolo che
questo isolamento, quasi omertoso, può comportare per Francesco
e la sua famiglia.
Per questo chiedo a voi, e agli altri a cui manderò questa
lettera, di fare quanto è nelle vostre facoltà
affinché appello abbia la più ampia diffusione possibile,
per non lasciare solo Francesco, ma soprattutto per dare il giusto
risalto a comportamenti di integrità, rigore personale e
coraggio che meritano di essere conosciuti, messi in evidenza e
portati ad esempio.
Anche una mail di risposta, di adesione all'appello, può significare molto.
un caro saluto
giuseppe_giolitti@fastwebnet.it
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