MarcoTravaglio.it
 Le Interviste
 

 

I nemici-amici del Cavaliere. Marco Travaglio presenta "Inciucio"
23-24 febbraio: quattro appuntamenti in Romagna per Marco Travaglio.

Imola. Quattro appuntamenti in Romagna per Marco Travaglio. Il 23 febbraio, alle 18, presenta «Inciucio» in una serata organizzata dal gruppo «Amici di Beppe Grillo» in collaborazione con l'Assocoazione Emme Demum Venturum e la Libreria Moby Dick. Tre ore dopo sarà a Imola ospite della rivista «altrove», (ore 21 Sala della Banca Popolare dell'Emilia Romagna di via Rivalta 22), il giorno successivo, alle 18, in compagnia di Peter Gomez, sarà a Lugo, su invito dell'Italia dei Valori e dell'Osservatorio Europeo sulla Legalità (Sala delle Riunioni Cna di via Acqua Calda 37); in serata, alle 20.30 sarà a Ravenna alla Sala Riunioni della Circoscrizione seconda di via Berlinguer 11. Una vera e propria tournè per presentare il suo ultimo libro: «Inciucio» ovvero «come la sinistra ha salvato Berlusconi» pubblicato da Gomez e Travaglio a novembre del 2005. Più di ottantamila le copie vendute. Il libro parte con un atto di accusa contro le spartizioni «bipartisan» delle Authority e in Rai e finisce per occuparsi della scalata Unipol, abbiamo quindi chiesto a Marco Travaglio se è giunto alla conclusione che non vi siano differenze tra destra e sinistra.

«No, Silvio Berlusconi rimane il nemico pubblico numero uno della libertà di informazione in Italia. Però, aveva perfettamente ragione chi, nei mesi scorsi aveva chiamato sollevato una "questione morale". I fatti hanno dato ragione a chi sosteneva che la diversità comunista che tanto stava a cuore a Berlinguer, è ormai solo un pallido ricordo. Per fortuna, però, nell'elettorato di sinistra c'è ancora chi si scandalizza. Questo perché si pretende dai propri rappresentanti un comportamento irreprensibile dal punto di vista morale. La difesa di D'Alema, "il più pulito ha la rogna e quindi cosa volete da noi" non è accettata. Questa è la grande differenza. Gli elettori di Berlusconi sono uguali al Cavaliere, non sollevano questo tipo di problemi. Quindi se lo meritano».

Proprio in relazione al comportamento tenuto in occasione della scalata Unipol a Bnl lei ha chiesto alla dirigenza diesse di dimettersi, perché?

«Perché Bersani, ancora a novembre, chiedeva a Fazio di rimanere al suo posto per autorizzare l'Opa a Unipol. Perché, a domande riguardanti personaggi come Gnutti e Ricucci, Fassino rispose che non c'era differenza tra chi produce come industriale e chi specula in Borsa. I cosiddetti "furbetti del quartierino" sono signori che non hanno mai costruito nulla, che comprano e vendono immobili, non producono posti di lavoro, non esistono dal punto di vista imprenditoriale e hanno patrimoni dal passato ignoto. Eppure la dirigenza diesse non ha preso le distanze da queste persone. Troppi mesi di silenzio anche riguardo a quello che emergeva su Fazio. Sono errori drammatici. Nei Paesi normali chi li commette poi si dimette».

Questo, immagino, non tolga nulla al suo desiderio di vedere Prodi al posto di Berlusconi a partire dalla prossima primavera?

«Certo, come diceva Montanelli "Io ce l'ho con questi qua molto più di quanto ce l'abbia uno di sinistra, perché in Italia dopo il passaggio di Berlusconi in politica per cinquant'anni bisognerà lavarsi la bocca ogni volta che si parla di destra".Ma sperare che Berlusconi perda le elezioni non significa accettare tutto. Dal nuovo governo mi aspetto in tempi rapidi una legge contro il conflitto di interessi, una legge antitrust e la ritirata dei partiti dalla Rai. Per non morire berlusconiani, con o senza Berlusconi, per esempio, sarebbe utile sottoscrivere il progetto di legge di iniziativa popolare per un sistema televisivo di respiro europeo. Per una televisione diretta da chi la deve fare e fruire, e non dai politici che dalla tv devono essere controllati e dunque non possono controllarla. Penso sia necessario far sapere ai nostri aspiranti rappresentanti in Parlamento, i nostri futuri "dipendenti" come li chiama Beppe Grillo, che vogliamo sapere prima delle elezioni se intendono tradurre in legge quella proposta».

 

Massimiliano Boschi (da "Sabato Sera - Bassa Romagna" del 18/2/2006)