Non ci vuole mica molto: bastano
pochi istanti con quello che per alcuni è un uomo libero
(cfr. Daniele Luttazzi) e per altri è un uomo ripugnante
(cfr. Adriano Sofri), e già esce il nome fatidico - anzi,
i due nomi fatidici. Berlusconi, Montanelli. La vita di
Marco Travaglio, uno degli italiani più anomali e controversi
della nostra epoca, è definita da questi due poli, quasi
fossero Sauron e Gandalf. Ma lui certamente non è un ingenuo
hobbit: è cordiale e affabile, ma è il classico lupo in
veste di agnello.
E' vero che sei di destra?
Mmmh.
Dì qualcosa di destra.
Vorrei vedere Berlusconi in galera.
Ah, cribbio - direbbe lui. Ma
è un pensiero di destra?
In qualsiasi paese sarebbe in galera.
Chi ha corrotto un magistrato, ha avuto rapporti con mafiosi,
ha falsificato i bilanci, deve stare dentro. Per me vale
il detto: "Il capitalismo è il peggiore dei sistemi, esclusi
tutti gli altri". E lo puoi criticare, ma a me piacerebbe
perlomeno vedere come funziona; quindi, questi capisaldi
tradizionali della destra, cioè concorrenza, antitrust,
legge ed ordine, vediamoli. Mettiamo su un paese che vive
sul denaro, però i delitti commessi ai danni del denaro
viviamoli come delitti di sangue, mica tarallucci e vino.
E qui si comincia a capire perché
ti chiamano "il forcaiolo".
No, io non sono un entusiasta della
galera, però un ladro non lo voglio come amministratore
condominiale, figuriamoci come amministratore della cosa
pubblica. In Usa il responsabile della sicurezza se ne
va perché non paga i contributi alla colf, a Londra il
ministro di Blair si dimette a causa della situazione
irregolare della tata della convivente. Sono matti gli
altri, o siamo abituati male noi?
Noi siamo il popolo della sosta
in doppia fila, della casa abusiva. A molti italiani piace
il comportamento mariuolo.
Io però sono l'italiano cui tocca
pagare la multa per aver parcheggiato nell'area condominiale
di una casa abusiva, e si incazza pensando che l'abusivo
viene condonato e io no.
Quante volte parli di Berlusconi
in una giornata?
Abbastanza spesso. Sai, mi invitano
a parlarne in pubblico.
Quindi potresti essergli grato.
Lui e Luttazzi ti hanno reso famoso.
A Luttazzi sono grato, è stato molto
coraggioso. E infatti non lavora più in tv. Ma guarda
che io parlerei d'altro volentieri, eh.
Ad esempio?
Di tutto. Prima del governo Berlusconi
ho pubblicato due libri sul calcio. Ma vedi, te lo ritrovi
anche lì. Hai Galliani allo stesso tavolo come presidente
della Lega, come vice del Milan, come socio del premier
e venditore di diritti tv che poi compra - beh, serve
altro alla gente per capire il conflitto di interessi?
Comunque, se ora non sentissi l'urgenza di denunciare
cose aberranti come le censure documentate nel libro Regime,
mi piacerebbe capire come sono morti i fratelli Bisaglia.
Cioè?
Toni, ex ministro, nel 1984 muore
annegato in strane circostanze. Otto anni dopo, Mario,
prete 75enne, muore mentre sta indagando sulla morte del
fratello. Annegato anche lui. Secondo il giudice, suicida.
Poi mi piacerebbe parlare di mafia. In Rai è bastata un'ora
in cui Report ha parlato di mafia, che subito è stato
scandalo. Hanno fatto una controtrasmissione per riparare
il "torto". Non c'è che dire, siamo in un bel momento.
Ma hai mai incontrato Berlusconi?
Mai da solo. Il confronto più diretto,
in una conferenza stampa dalla quale sono uscito furibondo.
Gli avevo chiesto conto della riunione con Craxi dalla
quale nacque Forza Italia. Era il '96 e il nome di Craxi
scottava. Così, mi aggredi: "Si vergogni della sua domanda!".
Ti sei vergognato?
No! E gli ho chiesto di rispondere.
Lui mi ha detto che non intendeva farlo. Ho guardato i
colleghi e ho detto che se lui non dava risposte, non
aveva senso fare domande. Mi sono alzato e sono uscito
dalla sala, pensando che qualcuno mi seguisse. Col cavolo.
Lì ho capito molto dei giornalisti italiani: guardavano
ME come se fossi strano. "Ecco, l'hai fatto arrabbiare".
Lo stesso atteggiamento di quanti hanno detto che Montanelli
"Ha sputato nel piatto dove mangiava", invece di riconoscere
che aveva fatto una scelta coraggiosa e scomoda. Troppi
giornalisti amano il potere e vogliono essere amati. Per
me un giornalista deve essere detestato dal potere.
Hai mai ricevuto minacce?
Qualche telefonata anonima, lettere
di insulti. Qualche "bastardo" ringhiato per strada. Niente
di che. Non penso che qualcuno si prenderà la briga di
eliminarmi fisicamente: a loro basta impedire di parlare.
Ma come: tu pubblichi dei libri,
e scrivi sui giornali, un sacco di gente ti legge.
Un rischio calcolato. Il libro che
ho scritto con Peter Gomez è andato meglio di quanto pensassi,
ma Emilio Fede, col tg meno visto, raggiunge ogni sera
il doppio dei lettori del quotidiano più letto. Vogliamo
ancora dire che la tv non è così importante?
Va bene, ma non trovi che sia
in atto una demonizzazione? Spesso si attribuiscono a
Silvio anche cose di cui non è responsabile.
Lui però, se non direttamente responsabile,
è il modello vincente di un modo di pensare, di concepire
la politica, prevaricare la legge e annullare i dissensi.
Uno stile che fa scuola, e anche a sinistra. L'Italia
si sta adeguando a lui dal punto di vista morale, e questo
è drammatico.
Su Prodi non hai niente da pubblicare?
Io le carte di Tangentopoli le conosco
bene. Non ho trovato niente di rilevante. E poi sono liberista,
e nessuno ha fatto più privatizzazioni di Prodi. La Sme
andava privatizzata, il prezzo era giusto, le proposte
di Barilla e Ferrero erano inferiori all'offerta di De
Benedetti. Che Prodi gliel'abbia svenduta è leggenda metropolitana.
Solo dopo è intervenuto Craxi che ha obbligato Berlusconi
a presentare un'offerta: nessuno voleva pigliarsi quella
fogna della Sme. Peraltro io nel '96 non ho votato Prodi,
ho votato Bossi.
Sei anche nordista?
Dio me ne scampi, non condivido separatismo
e le altre istanze deliranti, figuriamoci, io sono un
risorgimentale, anzi, un centralista bismarckiano. Ma
il 22 dicembre 1994 Bossi, cui immagino fossero stati
offerti ministeri, soldi, chissà quali ricompense, fu
coerente: ricordo il suo bellissimo discorso in Parlamento:
"Presidente Berlusconi, lei non è il padrone dell'Italia.
La Lega le leva la fiducia". Che brividi: avevo visto
un politico fare una cosa gratuita, non potevo non premiarlo.
Aveva dato il colpo finale alla Prima Repubblica. Sai,
mica pensavo che Berlusconi dopo essere caduto così rapidamente,
al primo scoglio, si risollevasse. Invece è arrivato D'Alema
e gli ha fatto la respirazione bocca a bocca.
Poniamo che succeda qualcosa a
Silvio: gli si sloga il cuoio capelluto, e deve essere
sostituito. Chi è il numero due?
Non riesco a immaginarlo.
Formigoni?
Guarda, una volta don Giacomo Tantardini,
uno dei leader romani di CL, un Andreotti in gonnella,
per così dire, disse davanti ai giornalisti: "Formigoni
è il politico più stupido del mondo". Era furioso, Formigoni
aveva appena annunciato un'alleanza con Sbardella, che
all'epoca era coperto di avvisi di garanzia.
Però Formigoni ha gli appoggi
e la faccia. Come Rutelli.
Rutelli ha la faccia ma basta poco
per capire che dietro non c'è niente. A Formigoni per
continuare quanto ha fatto Berlusconi servirebbero i soldi
che ha lui - come ha scritto l'Economist, se hai 30mila
miliardi puoi ben investirne mille per comprarti il Paese.
Ma se non li hai, cosa ti dà il potere di prendere rane
e rospi e trasformarli in principi come ha fatto lui?
Perché Agnelli non aveva mai fatto
tanto?
Agnelli non ha mai rischiato di fallire
o finire in galera, i due problemi fondamentali di Berlusconi.
Secondo te la sinistra lo avrebbe
messo in galera?
Assolutamente no. La sinistra te
la compri con un piatto di lenticchie. Confalonieri, che
conosce la politica meglio del suo amico, lo ha sempre
detto: "Gli diamo una rete tv e siamo a posto". La sinistra
attuale vorrebbe essere come Craxi, ma non ne ha il coraggio
né l'intelligenza politica. Né la spregiudicatezza, e
del resto i loro elettori andrebbero a prenderli coi forconi.
Il bello è che loro hanno fatto gratis a Berlusconi i
favori per i quali Craxi si faceva pagare. C'è una sinistra
berlusconiana, si vede che lo amano, lo invidiano perché
si può permettere cose che a loro non riescono. Non credere
che si siano indignati più di tanto per i siluramenti
descritti in Regime, subiti da personaggi eterogenei,
da Massimo Fini a Michele Santoro. La verità è che molti
a sinistra considerano normale che la politica metta le
mani sulla televisione. Rimproverano Berlusconi perché
ha esagerato, ma in fondo anche per loro è naturale che
sia la politica a controllare l'informazione e non il
contrario.
Ma allora Silvio di che si preoccupa?
Montanelli diceva che è un bugiardo
sincero, perché crede alle palle che racconta. A furia
di raccontare che i comunisti seminano morte e terrore,
ci crede davvero. Allo stesso modo è convinto di essere
unto dal signore, buono, bravissimo e perseguitato. Poi,
sai, vive tra gente che si taglierebbe un braccio piuttosto
che contraddirlo. Chi lo compiace ha il suo tornaconto:
tra i collaboratori del Giornale, Urbani collaborava è
diventato ministro, la Fumagalli Carulli pure, Scognamiglio
è diventato presidente del Senato, Tajani è diventato
capogruppo al Parlamento Europeo. Montanelli rideva: "Se
stavo con lui come minimo diventavo Papa".
Ma il tuo padre spirituale Montanelli
non ha qualche responsabilità? E' stato lui a insegnare
alla destra a votare DC contro la sinistra, a costo di
turarsi il naso. A destra non tutti amano Berlusconi,
ma voteranno sempre contro i "rossi".
Sì, ma sono fuori tempo massimo.
Io da quando ho iniziato nel 1982 ho sempre votato contro
i comunisti. Ma dopo il crollo del muro, francamente -
sai, la prospettiva che Occhetto vincesse le elezioni
non mi ha mai terrorizzato. E Montanelli, a un'età in
cui è difficile cambiare idea, ha avuto la freschezza
mentale di dire: bene, ora il problema è un altro. Per
anni abbiamo tollerato i ladri contro i comunisti. Ora
i secondi non ci sono più, facciamo piazza pulita dei
primi. Mani Pulite per lui era stata una grande occasione.
Ma tanti che in quell'epoca erano ben più "giustizialisti"
di me e tiravano le monetine, oggi sono a braccetto coi
condonati. Però anche a destra vedo buoni segnali. A Palermo,
in nome di Paolo Borsellino, i giovani di AN hanno preso
le distanze dalla solidarietà che il centrodestra ha mostrato
a Dell'Utri dopo la condanna per mafia. Certo, è umano
che chi ha la pancia piena non voglia sentir grida d'allarme.
Ma nonostante la tv che dice che tutto va bene, i danni
fatti a scuola, sanità, giustizia e morale si cominciano
a vedere. E quelli al portafogli li vedono già tutti.
Quindi pensi che Berlusconi abbia
i mesi contati.
E' capace di riprendersi. Grazie
ai cialtroni che dovrebbero contrastarlo.
Alè, un'altra carezza. E'
strano: tu di persona hai l'aria molto soave... Poi,
quando scrivi, ti avventi.
Tipo?
"Gad Lerner ha tanti pregi ma
non il coraggio". "Klaus Davi, il wurstel massmediologo".
"Sandro Bondi, il pallore gonfiato". "Calderoli, il cosiddetto
ministro". "Sofri farebbe meglio a tacere".
Aspetta, per Sofri mi riferivo a
una serata in Rai in cui lui e Curcio erano ospiti e insegnavano
allo Stato cosa doveva fare. Una cosa ignobile. E' giustizialismo
dire: quello che dice la legge va rispettato? Se la legge
ha stabilito che Sofri deve stare in galera, lì deve stare.
Se ci sono sconti, che li abbia, se gli si consente di
lavorare, si accomodi. Ma fatico ad accettare che vengano
dati pulpiti a queste persone.
Deduco che per te Adriano Sofri
è il mandante dell'omicidio Calabresi.
Sì. Mi sono letto gli atti del processo.
Credo sia un processo giusto. Quindi non accetto lezioni.
Ripeto: gli diano la grazia, ma dopo non lo voglio più
vedere. Perché i parenti di quelli che sono morti non
sono obbligati a perdonare.
Questa finalmente è roba di destra.
Ma in conclusione, tu voterai a sinistra.
Nel '96 non ho votato Prodi, ma stavolta,
se sopravvive ai suoi alleati (ride di gusto) potrei
farlo. Certo se penso a Boato, a Pomicino, Del Turco,
Mastella, mi vengono i brividi. Eventualmente, mi turerò
il naso.