Venerdi 25 ottobre Este ha
ospitato un incontro organizzato da DS, Verdi, Comitato
Lasciateci Respirare, associazione Culturale Totem ed altre
sigle con tre famosi personaggi: Marco Travaglio e Peter
Gomez, autori del libro "Mani Pulite, la vera Storia" e
Piercamillo Davigo, magistrato del famoso pool milanese.
Una sala stracolma di gente ha assistito al racconto dei
tre relatori, che hanno svelato incredibili (e a volte esilaranti)
retroscena della più importante vicenda giudiziaria della
nostra Repubblica.
Al termine della serata abbiamo avvicinato Marco
Travaglio, giornalista di "Repubblica", "L'Espresso"
e "Micromega", che ha accettato il nostro invito di scambiare
quattro chiacchiere.
Quindi, cari amici, in esclusiva per voi lettori di Satyriconweb.it,
un'altra grande intervista. Signore e Signori, Marco Travaglio.
Ciao Marco, benvenuto a Satyricon e grazie di aver
accettato il nostro invito.
Di nulla.
Ultimamente si fa un gran parlare di Tangentopoli
e dell'inchiesta Mani Pulite. Ti volevo chiedere, quando
parliamo di Tangentopoli, parliamo di storia o di attualità?
Parliamo ancora di attualità soprattutto perché ci sono
ancora tanti processi aperti. Oltretutto a questo governo
interessano molto questi processi. A loro non interessano
i problemi economici, sociali, la scuola eccetera (e forse
è un bene visto che quando ci mettono le mani fanno dei
disastri), ma a loro interessa bloccare i processi. E poi,
cosa sconfortante, molti ex imputati e anche molti condannati
sono tuttora in pista. I tangentari sono tra noi. Ad esempio
ho sentito che si voleva ricandidare a sindaco di Milano
Tognoli, dopo tutto quello che è successo. Insomma, a volte
ritornaro…
Una cosa che mi tocca molto da vicino. Quante querele
ti sei preso per quello che hai scritto?
…non me lo ricordo. Penso che saranno circa una quarantina,
ma c'è gente che ne ha anche ottanta…
Mi sento meno solo. Berlusconi ha detto: "Tangentopoli
è nata perché l'URSS dava i soldi al PCI costringendo gli
altri a rubare". Ma, allora, rubavano per sé o per il partito?
Alcuni rubavano per se, altri per il partito. Il fatto è
che è più grave rubare per il partito perché significa che
dentro il partito fanno strada i ladri. Rubare per il partito
significa truccare le carte della democrazia che è una cosa
gravissima. Se rubo per l'amante non ci sono ripercussioni
sociali. La frase di Berlusconi non sta né in cielo né in
terra. Primo perché prima dell'89 i reati sono stati tutti
amnistiati e quindi le indagini dei Pm di Mani Pulite si
incentravano sul periodo che va dal '89 al 92 e poi perché
l'unione sovietica non pagava più il PCI da anni. Oltretutto
l'URSS scompare nel '89. Ci sono poi degli episodi interessanti
che spiegano bene come funzionasse materialmente l'incasso
e la spartizione delle tangenti. Nel libro "Mani Pulite"
si spiega un episodio che racconta di come si erano organizzati
i partiti per dividersi la torta. Le segreterie di tutti
i partiti (DC, PSI, PCI, eccetera) incaricavano un esponente
del partito di andare ad incassare le mazzette dagli imprenditori.
Il compito era svolto a turno da uno dei partiti. Questi,
poi, una volta incassato, distribuiva a seconda delle percentuali
dei partiti i soldi. Ora, è impensabile che il democristiano
prendesse i soldi per combattere il PCI dando al PCI stesso
la loro parte. Ed è impensabile che il comunista prendesse
i soldi e li desse al democristiano se ci fosse stata veramente
questa contrapposizione che Berlusconi va dicendo. Quella
di Berlusconi, insomma è una barzelletta. Una barzelletta
che può raccontare ad un paese a cui è stata tolta la memoria
e che ha dimenticato questi episodi.
Secondo te, c'è stato un accanimento giudiziario,
da parte della magistratura, nei confronti degli attuali
esponenti del centro destra rispetto a quelli di sinistra?
Figuriamoci. Sciocchezze. Il fatto è che i comusti stavano
più zitti degli altri per cui non si è mai riusciti ad arrivare
ai vertici. Ma è impensabile che i dirigenti del PCI-PDS
(Occhetto e D'Alema) fossero all'oscuro (vedere episodi
su Primo Greganti, ndr). D'Alema ed Occhetto sono stati
indagati in moltissime sedi, da Milano fino a Bari. Alcuni
reati sono andati in prescrizione. A Milano moltissimi esponenti
del PDS ed anche dei deputati sono stati raggiunti da avvisi
di garanzia. In quel periodo le percentuali del consenso
scesero dal 20 all'11%. Quindi sono delle sciocchezze il
fatto che i comunisti non sono stati indagati. Tra l'altro,
a quell'epoca i governi erano di centro sinistra e l'attuale
centro destra nemmeno esisteva.
Nel tuo libro "La Repubblica delle Banane" parli
del senatore Giulio Andreotti assolto dall'accusa di concorso
esterno in associazione mafiosa "perché il fatto non sussiste".
Ma, allora, Andreotti è veramente estraneo alla mafia o
bisognerebbe leggere attentamente la sentenza? Insomma,
Andreotti con la mafia centra o no?
Andreotti centra e come. Solo che non ci sono stati elementi
sufficienti per condannarlo. Resta il fatto che ha tenuto
un comportamento schifoso e che con la mafia aveva rapporti
strettissimi. Le sentenze, come hai detto tu, vanno lette
perché dicono tante cose. Altrimenti a cosa servirebbe che
un giudice scriva pagine e pagine di sentenza.
Leggendo la sentenza scopriamo che Andreotti ha incontrato
parecchi boss e criminali. Incontrò Mangiaracina, incontrò
poi Michele Sindona durante a sua latitanza, incontro Vito
Ciancimino e lo finanziò. Se questo non bastasse, al maxi
processo di Palermo per le stragi di Falcone e Borsellino
giurò sul vangelo, mentendo, che i diari di Dalla Chiesa
non erano veritieri.
Poi ci sono episodi più particolari che mettono in luce
come Andreotti avesse stretto contatto con gli ambienti
mafiosi, come il famoso vassoio d'argento regalato alla
figlia di Salvo (regalo che lui negò di aver fatto), per
non parlare del bacio con Riina (in verità fu Riina a baciare
Andreotti come è nella tradizione siciliana). Episodio,
quello del bacio, che suscitò grande ilarità. Tutto questo
si può leggere nella sentenza di assoluzione. Quindi capisci
bene che una sentenza del genere suona un po' come se un
ragazzino porta a casa la pagella ai genitori con tutti
due ma alla fine c'è scritto promosso.
Quali sono i giudici "buoni" per Silvio Berlusconi?
Probabilmente quelli che lui voleva candidare, tipo Renato
Squillante. Sono questi i giudici terzi o imparziali che
lui apprezza. Nel '96 se Squillante non fosse stato arrestato,
Berlusconi lo stava per fare eleggere. Oppure i giudici
che piacciono a Berlusconi sono quelli che hanno i conti
correnti in svizzera, possibilmente collegati con i conti
correnti esteri degli amici di Berlusconi e delle sue aziende.
Forse è per questo che a Berlusconi non piacciono la Bocassini
e Borrelli, perché non hanno conti correnti svizzeri.
All'estero, ci considerano veramente una "Repubblica
delle Banane"? E, soprattutto, hanno ragione a pensarlo?
Si alla prima ed alla seconda. La definizione di "Repubblica
delle Banane" è venuta dal quotidiano "The Economist" che
titolò, parlando dell'Italia e della legge sul falso in
bilancio "Bananas". E pensare che "The Economist" non è
proprio un giornale di comunisti anche se Borrelli, quando
vuole prendere scherzosamente in giro Berlusconi, parla
di "The Ecomunist".
Cosa ti aspetti per il futuro, soprattutto nel campo
dell'informazione?
Mi aspetto informazione. Si è visto che scrivere sui giornali
è come scrivere sull'acqua. La gente guarda la TV. Mi aspetto
che prima o poi la gente si incazzi di tutto questo. Adesso,
magari, c'è anche internet ma è una cosa ancora da elite.
Se ricordi, quando Rai tre trasmetteva il processo Cusani
in diretta c'erano punte di milioni di spettatori. Panorama,
addirittura, usciva con le videocassette del processo che
andavano a ruba. C'era voglia di informazione da parte della
gente. Se si trasmettessero certi processi in diretta come
allora, tipo quello di Previti, la gente si potrebbe fare
un'idea. Ma questa possibilità non viene più data.
Grazie per essere stato con noi ed in bocca al lupo
per il futuro.
Grazie a voi, ciao.