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Bananas.
Un anno di cronache tragicomiche dallo
stato semilibero di Berlusconia
di Marco Travaglio
Pagine 366, Prezzo 13,50€, anno 2003
Garzanti Libri
Questo volume è un'ampia
scelta degli interventi di Marco Travaglio su "l'Unità",
nella rubrica "Bananas". A partire dal lavoro quotidiano
di registrazione e di archiviazione di fatti, dichiarazioni,
atti giudiziari e sentenze, l'autore compila una vera
e propria cronaca politico-giudiziaria dell'ultimo anno
e descrive le menzogne e gli opportunismi, gli scandali
e i voltafaccia dei protagonisti del teatrino politico
e mediatico italiano. Nella sua rubrica quotidiana su
"l'Unità", Marco Travaglio mette a frutto la sua sottilissima
ironia e la sua profonda conoscenza del nostro Paese
per commentare i fatti più eclatanti di cronaca italiana,
avvenimenti spesso così incredibili da sembrare inventati,
tuttavia sempre assolutamente reali. Il giornalista
torinese, che iniziò la sua carriera con Indro Montanelli
prima al "Giornale" e poi alla "Voce" è noto per essere
stato l’autore di numerosi libri-denuncia, tra cui il
dibattutissimo L’odore dei soldi e i più recenti Bravi
ragazzi e Lo chiamavano impunità. Ora torna a proporsi
come attento testimone dell’evoluzione politica e sociale
italiana con questa antologia, che raccoglie una scelta
dei suoi interventi più significativi apparsi sulle
pagine del quotidiano nell’arco di un anno, dal settembre
2002 al settembre 2003. Dalle polemiche sulla grande
manifestazione del 14 settembre contro la legge Cirami
alle dichiarazioni di Berlusconi a due giornalisti del
settimanale inglese "The Spectator", Travaglio raccoglie,
sceglie, registra e commenta le notizie senza esitazioni
e senza reticenze, con uno stile dal taglio giornalistico,
franco e diretto, che si dimostra particolarmente efficace
per l’esposizione dettagliata degli eventi, delle loro
cause e delle loro conseguenze. Di fronte agli occhi
dei lettori, vengono apertamente denunciati gli scandali,
le negligenze, le incongruenze, gli opportunismi di
cui ci riferisce continuamente l’informazione quotidiana,
e vengono chiaramente indicati i loro fautori e le loro
responsabilità. Nulla sfugge a questa ricca galleria
di notizie che ripropone le tappe principali della storia
degli ultimi mesi, di cui l’approvazione della legge
Cirami sul "legittimo sospetto", la riorganizzazione
dei palinsesti Rai, l’affare Lodo Mondadori sono solo
alcuni esempi. Numerosissime sono naturalmente le pagine
dedicate al presidente del consiglio Berlusconi, spunto
e protagonista privilegiato delle riflessioni dell’autore.
Ironico, spassoso, a tratti venato d’amarezza e sempre
ricco di spunti di riflessione, Bananas propone un esilarante
viaggio nel cuore di un Paese, un itinerario costellato
di imprevedibili retroscena sapientemente illuminati
dalla satira feroce ma sempre documentatissima di Travaglio.
Rappresenta inoltre un prezioso compendio di storia
d’oggi, che permette di confrontare fatti recenti e
di attualità, ricostruendone la genesi a volte così
complessa e difficile da individuare.
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“La
cosa che mi è dispiaciuta è che alcuni giornali stranieri
hanno dato giudizi sul possibile presidente del Consiglio,
rivolgendosi al nostro elettorato come all’elettorato
di una repubblica delle banane”
(Giovanni
Agnelli, 3 maggio 2001).
“Agnelli
ha ragione, non siamo una repubblica delle banane. Non
si possono prendere in considerazione le falsità scritte
dalla stampa estera”
(Silvio Berlusconi, 4 maggio 2001).
“Agnelli
ha detto che non siamo nella repubblica delle banane,
però qualche banana in Italia c’è perché avvengono cose
veramente singolari...”
(Indro Montanelli, 5 maggio 2001).
“La
nuova legge di Berlusconi sul falso in bilancio farebbe
vergognare anche gli elettori di una repubblica delle
banane”
(The Economist, 10 agosto 2001).
“Sa
qual è la verità? Nel nostro paese purtroppo non ci
sono nemmeno banane. Ci sono soltanto fichi d’india”
(Giovanni Agnelli a Ezio Mauro, la Repubblica, 6 gennaio
2002).
Da anni
Marco Travaglio è uno dei testimoni più attenti dell’evoluzione
italiana. Ogni giorno, con puntiglio, raccoglie e sceglie,
registra e archivia. Sta così accumulando un repertorio
di fatti, dichiarazioni, atti giudiziari e sentenze
indispensabile per comprendere la degenerazione del
nostro scenario politico e umano. Il frutto di questo
lavoro è la fortunata rubrica Bananas, che «l’Unità»
pubblica con ritmo pressoché quotidiano e di cui questo
volume raccoglie un’ampia scelta. E’ una lettura stupefacente:
neppure il più fantasioso dei romanzieri potrebbe immaginare
alcuni eventi della recente cronaca politico-giudiziaria.
Oltretutto molti dei protagonisti del teatrino mediatico
nostrano paiono avere una straordinaria capacità di
cambiare parere e opinione a seconda delle circostanze,
un innato talento per dimenticare quello che hanno detto
solo una settimana prima. Bananas diventa così anche
una memoria storica che mette quotidianamente a confronto
il recente con l’attualità.
Soprattutto, Bananas è un esilarante viaggio attraverso
il mondo alla rovescia delle menzogne e degli opportunismi,
dei traffici e delle improntitudini, degli scandali
e dei voltafaccia che ci inondano quotidianamente, un
esercizio di controinformazione indipensabile e spassoso.
Cresciuto alla scuola di Indro Montanelli e attualmente
impegnato, oltreché su “Repubblica”, sul quotidiano
che ospitò la penna tagliente di Fortebraccio, Marco
Travaglio si dimostra un maestro della satira: documentato,
feroce, divertentissimo.
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Leggi il
titolo: Bananas. E non ti viene in mente nulla che abbia
a che fare con un libro. Scendi con lo sguardo e scorgi
il sottotitolo: Un anno di cronache tragicomiche dallo
stato semilibero di Berlusconia. E capisci che si tratta
dell’ultima fatica letteraria del giornalista-scrittore
Marco Travaglio. Un’ampia raccolta delle migliori uscite
di Bananas appunto, la rubrica quasi quotidiana che
Marco Travaglio tiene su L’Unità.
Il libro è stato presentato ieri sera presso la Camera
del lavoro di Milano. C’erano, davanti ad una vasta
platea, oltre all’autore, l’attrice Lella Costa, il
giornalista Massimo Fini e il senatore della Margherita
Nando Dalla Chiesa. Una presentazione-show, nella quale
ognuno ha raccontato un aneddoto o è intervenuto con
una battuta per raccontare il contenuto di Bananas.
«Un esercizio di controinformazione che può servire
anche come la memoria storica dei voltagabbana», ha
detto l’autore, che ha poi denunciato l’impossibilità
di fare satira in Italia. Lui ci ha provato. E nel suo
libro parla del semiserio mondo di “Berlusconia” e dei
personaggi che lo animano: da Cesare Previti (e al suo
rapporto con la giustizia) a Renato Schifani (e al suo
“rapporto con il riporto”); da Melchiorre Cirami (e
la sua legge) ad Alfredo Vito, il deputato di Forza
Italia che dopo aver patteggiato la pena e restituito
5 miliardi di lire, frutto di 22 tangenti che aveva
incassato, ora fa parte della commissione parlamentare
Telecom Serbja e sulle tangenti indaga. «Ma è stato
chiamato in qualità di esperto - ironizza Travaglio
- non di inquirente».
Lo scopo del libro è sfuggente: restituire ai lettori
il gusto di trovare ridicolo ciò che ridicolo è già.
E a confermarlo è lo stesso autore. Caustico e serio,
nel concludere la presentazione: «ora noi troviamo gustoso
ridere di Mussolini, con la splendida imitazione di
Corrado Guzzanti, o di Craxi. Di persone che non hanno
più potere. O che proprio sono morte. Ecco, bisognerebbe
avere il coraggio di riderne un po’ prima». E il tentativo
di Travaglio per farlo si chiama Bananas
Massimo
Postiglione
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