La giustizia è oggi
un punto nevralgico, dove si misura la tenuta democratica
delle nostre istituzioni, la rispondenza alla Costituzione
e soprattutto a quell'articolo terzo che stabilisce
l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. In
nome della "legge uguale per tutti" si sono mobilitate
persone, tante, scendendo in piazza o organizzando manifestazioni
che possano dar voce a chi, in regime di monopolio mediatico,
rischia di non poter essere ascoltato, pur avendo molto
da dire e molto da testimoniare, conoscendo da vicino
le realtà di cui si parla. E soprattutto sta il fatto
che significativamente la stagione di Mani Pulite, che
vede Marco Travaglio come attento ricostruttore e Antonio
Di Pietro come protagonista, rischia di venir rimossa
senza essere stata ancora politicamente e culturalmente
e elaborata. Oggi trovare una strada che salvi la giustizia
dall'entropia che pare via via inghiottirla può voler
dire solo ripartire da Mani Pulite e ripercorrere le
tappe che da lì ci hanno condotto all'avvilente stagione
dei Previti.
Il libro. L'intervista,
partendo dalla recente pubblicazione di Travaglio (con
Gomez e Barbacetto: Mani Pulite, la vera storia, Editori
Riuniti), indaga, tramite domande particolarmente analitiche,
sulle differenze tra passato e presente, sulle circostanze
economico-sociali e politiche che resero possibile allora
smascherare tangentopoli, sull'ondata moralizzatrice
che ne seguì, sui dispositivi giudiziari che lo consentirono,
e che l'attuale governo viene via via epurando. Si parlerà
di astuzia odierna nell'uso di un linguaggio tendente
a far passare positivamente, tramite aggettivi dal suono
buono (legittimo, giusto), interventi di legge le cui
conseguenze sul piano del diritto potrebbero essere
catastrofiche. Si metteranno a confronto seriamente,
al di là delle bugie di regime, la giustizia italiana
e quella di altri paesi. Si metterà a fuoco, anche dal
punto di vista storico, il dettato costituzionale che
prevede l'autonomia della magistratura, nelle sue due
funzioni giudicante e inquirente, dall'esecutivo.
L'autore: Gloria
Bardi, 45 anni, insegnante di filosofia e storia
al Liceo classico di Savona, da anni si occupa di eventi
culturali e politici, come presentazioni di libri con
gli autori, tavole rotonde a tema, interviste pubbliche
a protagonisti politici. Scrive testi narrativi e teatrali.
Assieme ad altri cittadini di Finale Ligure ha dato
vita a un movimento di cittadini autoconvocati di nome
Liberamente, che ha organizzato manifestazioni come
quella da cui è tratta la presente intervista.
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