19.4.07 |
Avviso ai congressisti DS: quando
passate davanti al pantheon, occhio al portafoglio |
10.2.07 |
Questa me l'ha suggerita la mia
amica Vanna. Intervista del Tg Regione Lombardia a Paolo Pillitteri,
condannato per Tangentopoli e ora "riabilitato" dal Tribunale
di sorveglianza di Milano: "Tornerà a fare politica?" "No,
ho già dato". Forse voleva dire "Ho già preso".
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3.2.07 |
Piero Fassino alle Invasioni
Barbariche: "Tra Ferrara e Travaglio, preferisco Ferrara".
La stessa risposta che avrebbe dato Berlusconi. Comunque l'ho
scampata bella. |
11.9.06 |
Intervistato da Enrico Mentana
alla festa nazionale dell’Unità di Pesaro, il ministro
degli Esteri Massimo D’Alema, con tutti gli impegni che
ha, è riuscito a occuparsi anche della mia modestissima
persona, per dire che le vignette di Staino contro il “Beriatravaglio”
gli sono piaciute molto: “Ho trovato quella pagina di Staino
densa di significati e non è un mistero che io mi trovi
spesso in totale disaccordo con quanto scrive Travaglio”.
Sarà contento Staino: se la satira, per definizione, è
contro il potere, dev’essere consolante per un vignettista
ricevere gli elogi del vicepresidente del Consiglio per aver attaccato
un giornalista critico con il maggiore partito di governo. Il
tutto, nella kermesse dedicata all’Unità, dove il
sottoscritto scrive quasi ogni giorno, eppure è stato democraticamente
bandito da tutte le feste dell’Unità.
Scelta del resto perfettamente coerente, se si pensa che D’Alema,
a Pesaro, era amichevolmente intervistato dall’amico Mentana,
che gli dà del tu e che, essendo un dipendente di Berlusconi,
alle feste dell’Unità è sempre il benvenuto.
Lo Statista di Gallipoli ha poi difeso l’indulto, raccontando
che è servito a liberare “15 mila disperati”
e “soltanto pochi imputati eccellenti”: è la
solita bugia, visto che il vero problema non sono i pochi eccellenti
che escono dal carcere, ma i tanti che non ci entreranno più
in caso di condanna, fra i quali Tanzi & C., Cragnotti &
C., Geronzi & C., Moggi & C., e naturalmente Fazio e i
furbetti del quartierino, fra i quali un certo Giovanni Consorte
che D’Alema dovrebbe conoscere bene, almeno telefonicamente.
Nella sua strenua difesa dei “disperati”, che lui
incontra sempre quando va in barca, D’Alema ha infine tenuto
a precisare di non aver mai condiviso i sentimenti pro Mani Pulite
di “quello che viene definito il popolo della sinistra”:
lui ha “sempre avuto in spregio il giustizialismo, fedele
ai miei ideali della giovinezza: sono rimasto un libertario”.
Tutti possono immaginare quanto fosse libertario uno con quella
faccia e con quel passato, fra un pellegrinaggio a Mosca e un
lancio di bombe molotov. Uno che ancora qualche anno fa scriveva:
“Quelli che rubano bisogna metterli in galera. Purtroppo
questo non si può fare perché la maggioranza, in
genere, li protegge. Questo è il vero scandalo che i giornali
dovrebbero denunciare e invece non lo fanno, per complicità”
(24 ottobre 1988). E ancora: “Il fatto che non si comprenda
che la questione morale è in questo Paese, forse, la fondamentale
questione politica, dimostra la cecità di una classe dirigente:
ed è un dramma per l’Italia” (23 gennaio 1992).
Sembra incredibile, ma persino D’Alema, in un lontano passato,
diceva cose sensate. Anche gli orologi fermi, due volte al giorno,
segnano l’ora esatta.
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31.7.06
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Ripensandoci bene: ma in quale
paese il mandante dell'omicidio di un commissario di polizia
darebbe lezioni di vita a destra e a manca? E, anche se fosse,
in quale paese troverebbe qualcuno che gli dà retta?
Confesso che non so come comportarmi, e chiedo aiuto agli amici
del sito e del forum: se un omicida vi desse dello "squadrista"
e del "cretino", voi che fareste? Vi incazzereste o vi mettereste
a ridere? In fondo, è come se Wanna Marchi vi desse del
truffatore o Dell'Utri del mafioso. Se poi dobbiamo proprio
sceglierci un omicida di riferimento, preferisco Renato Vallanzasca.
Almeno se ne sta zitto. Ed è molto più simpatico
per mandare un messaggio:
mt@marcotravaglio.it
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12.6.06
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Il Poveraccio Emerito della
Repubblica Francesco Prozac Cossiga rende noto, tramite un suo
portavoce, di aver presentato un'interpellanza parlamentare
al ministro dell’Interno:
“Per sapere se alla luce dell’articolo di Pier Luigi
Battista sul quotidiano Corriere della Sera, se corrisponda
a verità l’ipotesi da detto autorevole giornalista
formulata, e pur considerando, se vera, la cosa assolutamente
lecita se nell’interesse della tutela dell’ordine
e della sicurezza pubblica e della necessaria attività
di informazione, disinformazione e controinformazione, i giornalisti
Marco Travaglio e Giuseppe D’Avanzo siano nel 'libro paga'
e per quale somma, del Capo della Polizia dott. Gianni De Gennaro,
cui sono notoriamente legati da vincoli di amicizia e collaborazione,
come dimostrato dalla loro campagna contro il SISMI; e per sapere
inoltre, qualora l’ipotesi sia vera, se non ritenga di
rendere permanente e più ampia la loro collaborazione,
facendoli assumere come informatori occulti dal SISDE". Alcuni
amici mi hanno telefonato per invitarmi a rispondere al Poveraccio
Emerito: dicendo, per esempio, che (purtroppo) non ho mai conosciuto
il dott. Gianni De Gennaro. Ma ho deciso di non rispondere.
Attendo con sempre maggiore impazienza una soluzione più
risolutiva: l'arrivo dell'ambulanza. Purtroppo è in ritardo.
Di una quindicina d'anni.
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9.6.06
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L'altro giorno, mentre si recava
all'aeroporto di Caselle, Piero Fassino è stato riconosciuto
e insultato dai tassisti in agitazione. Tutti si sono concentrati
sulla notizia della contestazione. Ma la vera notizia è
che qualcuno l'avesse riconosciuto.
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20.6.06
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Mi assale un dubbio atroce:
se il signor Savoia è caduto dal letto a castello, da
dove sarà caduto Mastella?
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19.5.06
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Clemente Mastella, invece di
rispondere al mio articolo sll'Unità, ha dichiarato:
"di travaglio conosco solo quello del parto". Ecco: parta
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7.5.06
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Riporto testualmente il comunicato
emesso ieri dall'onorevole Salvatore Buglio, già diessino
dalemiano, poi trasmigrato alla Rosa nel Pugno: "Cesare Previti,
a differenza di altri imputati eccellenti che sono fuggiti o
che sono stati ignorati, ha affrontato il processo a suo carico.
E' stato condannato, si è costituito, si è dimesso
da parlamentare della Repubblica. Il presunto 'mostro' si è
comportato lealmente. Mi auguro che, considerata l'età
e il comportamento corretto, la pena venga espiata con la detenzione
domiciliare". Il comunicato fa il paio con l'intervista di un
altro genio della politica, l'onorevole professor avvocato Vincenzo
Siniscalchi, che auspica gli arresti domiciliari per Previti,
col decisivo argomento che "non ha evitato la carcerazione".
Dunque, siamo così ridotti che il fatto di non darsi
alla latitanza, per un ex ministro e parlamentare in carica
fino a due giorni fa, diventa un comportamento "leale e corretto",
insomma un titolo di merito così irresistibile da imporre
l'immediata scarcerazione. Ai due onorevoli forse sfugge che
nelle patrie galere sono detenute circa 55 mila persone che,
per definizione, "non hanno evitato la carcerazione" e non "sono
fuggiti", per le quali giustamente nessun parlamentare della
Repubblica ha mai chiesto la scarcerazione. Per Previti, invece,
24 ore dopo il suo arresto, già si strilla perchè
lo mettano fuori. E nessuno (a parte Di Pietro, Dalla Chiesa
e altri due o tre) trova una sola parola per sottolineare che
il braccio destro del premier uscente è un pregiudicato
per aver corrotto magistrati affinchè condannassero lo
Stato a sborsare 1000 miliardi di lire sotrratti alle tasche
dei cittadini. Se uno così deve uscire dopo 24 ore, non
si capisce bene perchè gli altri 55 mila debbano restare
dentro.
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25.4.06
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Secondo Anna Finocchiaro, senatrice
Ds, è "sbagliato politicamente e anche strategicamente
ricordare le vicissitudini processuali" di Andreotti "come invece
fa Marco Travaglio sull'Unità". Ci sono infatti "ben
altri argomenti a suo sfavore: per esempio l'età". Dunque
non è il caso di "perdere tempo a discutere delle sue
vicissitudini giudiziarie". La nota stratega dev'essere molto
distratta, dunque mi permetto di ricordarle che quelle di Andreotti
non sono "vicissitudini processuali" o "giudiziarie": c'è
una sentenza definitiva della Cassazione che lo dichiara mafioso
fino al 1980 (prescrizione del reato "commesso"). Ora, visto
che l'ex mafioso, peraltro non pentito, rischia di diventare
presidente del Senato, non mi pare che ricordare quella sentenza
sia una "perdita di tempo". Liberissima la Finocchiaro di pensare
il contrario. E di ritenere Andreotti inidoneo a Palazzo Madama
non perchè era mafioso, ma perchè è anziano.
La regola di una certa Dc era "meglio mafiosi che rossi". La
regola della Finocchiaro è "meglio mafiosi che vecchi".
Spiace per Bernardo Provenzano, fuori concorso per raggiunti
limiti di età. Ma c'è speranza per il più
giovane Matteo Messina Denaro: inutile perder tempo a ricordare
le sue vicissitudini giudiziarie, quel che conta è l'età.
Ecco: se qualche inguaribile giustizialista s'indigna per la
candidatura di Andreotti a Palazzo Madama, conservi un po' di
sdegno per la candidatura della Finocchiaro a ministro della
Giustizia.
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13.4.06
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Come avevamo ampiamente previsto,
Beppe Giulietti non è stato eletto. Non per demerito
suo, anzi: se tutti i candidati dell'Unione avessero fatto campagna
elettorale quanto lui, il centrosinistra avrebbe raccolto ben
più dei miseri 25 mila voti di vantaggio alla Camera.
La responsabilità è tutta dei dirigenti del futuro
cosiddetto Partito Democratico, che prima l'hanno trombato,
poi - dopo l'appello firmato per primo da Enzo Biagi- hanno
garantito il ripescaggio, poi fra il lusco e il brusco l'han
confinato all'ottavo posto nel Piemonte-2 (Beppe è veneziano),
dove l'Ulivo prevedeva di eleggere sei deputati. Così
è stato. Ma - assicuravano al Botteghino- Prodi e Gentiloni
avrebbero optato per altri collegi, liberando due posti per
il settimo e l'ottavo in lista, cioè per il primo e il
secondo escluso (Giulietti, appunto). Ora si scopre che non
sarà così, almeno per Gentiloni, il quale dovrebbe
tenersi il Piemonte-2. E' una vergogna, una delle tante di queste
folli elezioni. Una vergogna contro cui tutti i nemici dell'inciucio
devono far sentire la loro voce, scrivendo al Botteghino per
Giulietti e firmando l'appello (che riportiamo qui sotto) per
Tana De Zulueta. Anche il segretario dei Verdi, Pecoraro Scanio,
sta facendo il furbo. Aveva candidato Tana De Zulueta sbandierando
la battaglia per la departitizzazione della Rai, ma ora per
un gioco di incastri pare intenzionato a penalizzare la ex corrispondente
dell'Economist a vantaggio dicandidati di apparato più
"affidabili". Beppe e Tana scontano un peccato originale davvero
imperdonabile per la partitocrazia: in questi anni hanno combattuto
e denunciato ogni censura alla Rai e, se eletti, si batterebbero
per una legge severa sul conflitto d'interessi. Dunque, contro
ogni inciucio sotterraneo con Berlusconi. Se non troveranno
posto in Parlamento, sapremo che cosa significa: l'inciucio
è già cominciato.
Appello per Tana de Zulueta
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31.3.06
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Mi dicono dalle cucine che l'altra
sera, fra un cinguettio e l'altro con Bellachioma, il compagno
Tweed Berty è tornato a occuparsi della mia modesta persona.
Stavolta non ha detto che gli do l'orticaria, ma che sono un
estremista dell'azionismo (nel senso del Partito d'azione).
Mi avrebbe fatto molto piacere far parte del Partito d'azione,
ma purtroppo quando sono nato era già stato sciolto da
un pezzo. In ogni caso ho fatto in tempo a conoscere estremisti
dell'azionismo come Bobbio, Galante Garrone e Sylos Labini e
mai avrei osato sperare che qualcuno un giorno mi avrebbe paragonato
a loro. Tweed Berty l'ha fatto e non gliene sarò mai
abbastanza grato. E' vero che l'ha fatto per insultarmi, ma
questi sono dettagli più che comprensibili: chi trascorre
le vacanze a Salina sullo yacht di Vittorio Cecchi Gori non
può apprezzare gli azionisti, almeno quelli di minoranza.
Infatti lui preferisce quelli di maggioranza.
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12.3.06
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Era difficile far passare Berlusconi
dalla parte della ragione, ma Lucia Annunziata ci è riuscita.
Da alcune settimane provocava i suoi ospiti di centrodestra
(salvo Dell'utri, trattato con i guanti in un'intervista a dir
poco imbarazzante). Insomma dava l'impressione di cercare l'incidente
per procurarsi l'aureola del martirio e rifarsi una verginità
a sinistra dopo aver contribuito a sospendere (cioè a
chiudere) Raiot di Sabina Guzzanti. Ci aveva provato con Luigi
Abete, colpevole di aver ocntrastato la scalata Unipol alla
Bnl. Ci aveva riprovato con Gianfranco Fini, trattandolo in
maniera ruvida un paio di settimane fa. Ma nessuno dei due aveva
abboccato. Ieri si è superata con Berlusconi, interrompendolo
continuamente per fargli saltare i nervi e intimandogli di ritirare
la minaccia di andarsene in caso di sue nuove interruzioni.
"Lei non può dire che se ne va", gli ripeteva interrompendolo.
E francamente non si capisce perchè mai un intervistato
non possa dire che se ne va. Insomma, tutto lasciava pensare
che l'intervistatrice cercasse l'incidente. Berlusconi gliel'ha
volentieri concesso. Alla fine, tutti soddisfatti. Il premier
può finalmente affermare, una volta tanto con ragione,
che i giornalisti sono faziosi e pregiudizialmente schierati
sul fronte politico avversario. L'Annunziata può fare
il martire della libertà calpestata, in attesa del dopo-Berlusconi.
Semprechè ci sia un dopo-Berlusconi, con questa e altre
sceneggiate autolesionistiche. Ma non era l'Annunziata a dire
che comici e giornalisti epurati devono restare fuori dalla
Rai per non spaventare il ceto medio? Una volta tanto, si potrebbe
provare a lasciar fuori lei, dalla Rai. Una settimana, non di
più. Per vedere l'effetto che fa.
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8.3.06
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Reduce dalla sesta sconfitta
consecutiva su sei da parte di Silvio Berlusconi e dei suoi
cari, l'avvocato Fabio Lepri ha dichiarato che la sentenza
del Tribunale civile di Roma che ha respinto la richiesta di
risarcimento del premier contro Elio Veltri, me e gli Editori
Riuniti per il libro "L'odore dei soldi" è sbagliata
e dunque verrà impugnata in appello, per ottenere la
nostra condanna. Possibilmente a un risarcimento di 10 milioni
di euro. Non avendoli, non mi preoccupo. Osservo però
che, a ricorrere in appello contro la nostra assoluzione in
sede civile, è lo stesso premier che ha appena abrogato
l'appello contro le assoluzioni in sede penale. Abolendo per
legge anche il suo processo d'appello sul caso Sme-Ariosto.
Noi che in primo grado siamo stati assolti perchè INNOCENTI
dovremo affrontare un secondo giudizio. Lui, che in primo grado
è stato prosciolto perchè colpevole ma PRESCRITTO,
invece no. Chissà se costui, quando è solo con
i suoi avvocati, si vergogna almeno un po'.
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1.3.06
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Piero Fassino ha dichiarato,
in un'intervista esclusiva a "Parioli Pocket", versione progressista
del Riformista, che "rifarei la chiamata a Giovanni Consorte"
(quella in cui Consorte gli dettagliava il concerto illecito
per la scalata alla Bnl e Fassino prendeva nota ed esultava,
invece di fargli notare che quel che stava facendo era vietato
dalla legge Draghi sulle Opa). Dopo l'autocritica di gennaio
e il silenzio di febbraio, il mese di marzo si apre con l'autocritica
dell'autocritica. Speriamo bene per aprile.
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25.2.06
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Continua inarrestabile la fuga
di cervelli dai Ds alla Rosa nel Pugno (che ospita in lista,
fra gli altri, l'ex uomo di Craxi nel Csm in funzione antigiudici,
Pio Marconi). Dopo Lanfranco Turci e Salvatore Buglio, davvero
due belle perdite, passa col duo Boselli&Pannella anche
Fabrizio Rondolino, già cantatrice calva di D'Alema nella
Palazzo Chigi Merchant Bank, poi stipendiato da Berlusconi come
collaboratore di Panorama e coautore del Grande Fratello (ma
anche dell'imperdibile Il Ristorante su Rai2). Il Rondolino
medesimo, in cerca di pubblicità, mi ha definito sul
Corriere "il Baricco dei poveri". Evidentemente ha notato che
anche i miei libri, a differenza dei suoi, vendono benino. Se
voleva offendermi, comunque, ha sbagliato epiteto: doveva definirmi
"il Rondolino dei poveri". Lui infatti, essendo di sinistra,
è il Rondolino dei ricchi.
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21.2.06
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Appresa la notizia che l'Unione
candiderà Furio Colombo, l'onorevole Sandro Bondi ha
tuonato: "Chi sarà il prossimo? Travaglio? Flores d'Arcais?".
Non so Flores, ma io avevo fatto un pensierino a candidarmi
in Forza Italia. Purtroppo, non avendo condanne nè processi
in corso per corruzione, mi hanno subito scartato.
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13.2.06
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Uno si convince a fatica della
bontà delle "quote rosa", poi arrivano due notizie che
lo fanno di nuovo vacillare. Da un lato la meritoria campagna
lanciata da Livia Turco e rilanciata da Piercasinando perchè
sia data degna candidatura alla signora Anna Serafini, che incidentalmente
è anche la moglie di Piero Fassino. Dall'altro l'ultima
impresa di Linda Giuva, la moglie archivista di Massimo D'Alema,
che ha ricevuto i complimenti e la stretta di mano di Licio
Gelli, in occasione della donazione dell'archivio privato del
venerabile a quello Stato da lui così ben servito nel
corso degli anni. Chi temeva per il caso Consorte, non aveva
ancora visto le consorti.
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6.2.06
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Decisamente efficace la campagna
lanciata dal centrodestra contro le droghe leggere: per dimostrare
agli italiani come ci si riduce per un semplice spinello, Fini
e Casini hanno ammesso di averne fumato uno a testa.
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1.2.06
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Fassino trova che "Travaglio
dice spesso cose improprie". D'Alema minaccia di trascinarmi
in tribunale. Bertinotti dice che "Travaglio mi dà l'orticaria".
Cossiga mi dà del "fascista e bugiardo". Poi Bellachioma
va a Pompa a Pompa e mi definisce "un animale a se stante".
Il più bel complimento che mi abbia fatto un politico,
è arrivato da lui. Non so chi debba preoccuparsi di più,
se io o lui.
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25.1.06
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"Il presidente del Consiglio,
dottor Silvio Berlusconi", come lo chiamava idealmente inginocchiato
l'altra sera il suo dipendente Paolo Bonolis a "Il senso della
vita", ha definito il mio ultimo libro "Inciucio" addirittura
"un sacrilegio". Lo ringrazio di cuore. Non abbiamo avuto molte
recensioni, ma questa è indubbiamente la più lusinghiera.
.
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21.1.06
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Corre voce che i soloni diessini
che preparano le liste per le prossime elezioni, senza uno straccio
di confronto con gli elettori, intendano escludere Beppe Giulietti
e candidare invece Piero Ostellino e Paolo Gambescia. Giulietti
è uno dei pochissimi (tre o quattro) parlamentari della
Quercia che, negli ultimi quattro anni, han chiesto sistematicamente,
ogni giorno, il rientro in tv degli epurati Biagi, Santoro,
Luttazzi, Sabina Guzzanti, Paolo Rossi, Oliviero Beha, Massimo
Fini eccetera. Uno dei pochissimi che ha osato criticare l'inciucio
di Palazzo Grazioli che nel luglio scorso portò alla
nomina di Petruccioli alla presidenza Rai da parte del padrone
di Mediaset. In compenso Ostellino, già direttore craxiano
del Corriere della sera, in questi anni non ha fatto altro che
attaccare gli epurati, oltrechè naturalmente i magistrati,
arrivando financo a difendere la scalata di Ricucci & C.
al giornale che generosamente ospita i suoi delirii. Gambescia
è quella specie di lumaca barbuta che fa da comparsa
ai monologhi di Bellachioma a Porta a Porta: quando dirigeva
l'Unità, incolpò Gian Carlo Caselli per il suicidio
del giudice Lombardini, contribuendo da par suo alla fuga dei
lettori dal giornale, che infatti poco dopo chiuse i battenti.
Viene in mente lo spot del detersivo: "Signora, se lei mi dà
il suo Dash, le do in cambio due fustini anonimi". La signora,
ovviamente, rifiutava. Tempestiamo di e-mail il Botteghino:
tenetevi Ostellino e Gambescia, e lasciateci Giulietti.
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20.1.06
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L'onorevole Cesare De Piccoli,
responsabile per l'Industria dei Ds, ha annunciato al Riformista
che mi trascinerà in tribunale con una causa civile per
danni e una congrua richiesta di risarcimento, per avere io
raccontato la verità su un suo processo: quello in cui
fu salvato dalla prescrizione per 200 milioni di finanziamento
illecito della Fiat incassati su due conti svizzeri. Naturalmente
De Piccoli non nega la vicenda, ma sostiene di non essere "mai
stato processato": bastava rinunciare alla prescrizione, quando
il il gip gliela concesse negandogli l'assoluzione, e l'avrebbero
processato. Naturalmente, per rinunciare alla prescrizione,
bisogna essere innocenti. Ci vediamo al processo. Nell'attesa,
una curiosità: dovesse vincere lui, i soldi li vuole
in Svizzera o in Italia?
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18.1.06
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Secondo Emanuele Macaluso non
è vero quel che ho detto sabato all'assemblea del Cantiere,
e cioè che all'estero chi è coinvolto in scandali
o commette errori politici si dimette. Sul Riformista di ieri
mi domanda addirittura a quale paese mi riferivo: "Gli Usa di
Bush, la Francia di Chirac, l'Inghilterra di Blair, la Germania
di Schroeder? Tutti paesi in cui si sono verificati scandali
veri, con processi e anche condanne, e dove nessun leader si
è dimesso". Parlavo appunto della Germania di Helmut
Kohl, della Francia di Lionel Jospin, Roland Dumas, Strauss-Kahane
e Roland Juppè, dell'Inghilterra di Jonathan Aitken,
degli Stati Uniti di Richard Nixon, Tom DeLay, Randy Cunningham,
Charles Kennedy. Tutti dimissionari. Che fa, Macaluso: si dimette
dal Riformista?
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16.1.06
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Negando l'accusa del Cavaliere
di aver premuto sulle Generali perchè vendessero le azioni
Bnl all'Unipol e non agli odiati baschi di Bilbao, D'Alema &
C. rivendicano giustamente il diritto di "incontrare chi ci
pare". Per esempio il ras delle Generali Antoine Bernheim, in
una cena imbandita dal presidente della Confindustria del Lazio
Giancarlo Elia Valori (già membro dell'autorevole loggia
P2). Lo stesso Fassino dice di sentire continuamente Montezemolo,
Tronchetti Provera, Della Valle ccetera. Bersani risulta essere
in ottimi rapporti, anche telefonici, con il costruttore Marcellino
Gavio. Resta da capire chi sarebbero i "poteri forti" che cospirano
contro i Ds.
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14.1.06
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Sarà la mancanza di allenamento,
sarà che Bernheim e Caltagirone sono passati al comunismo
senza avvertirlo, ma il Berlusconi testimone ha fatto una cattiva
riuscita. Noi, tutto sommato, lo preferiamo ancora imputato.
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10.1.06
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Che il Presidente Emerito Francesco
Cossiga fosse un uomo sempre molto lucido, lo si era capito
da tempo. Ora sappiamo che è anche molto colto. L'altro
giorno, replicando a un mio articolo con un comunicato di 30
righe in cui precisava di non volermi replicare e nemmeno insultare,
s'è avventurato in una citazione dotta: "Forse aveva
ragione l'ex presidente peruviano Fujimori, che diceva che 'la
storia è proprio finita'". Per la verità, la "fine
della storia" è di Francis Fukuyama. L'ex presidente
peruviano Fujimori è famoso per altre circostanze: dovette
fuggire all'estero per evitare un arresto per corruzione. Ma
si sa, al cuore non si comanda.
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9.1.06
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Ha ragione Cossiga: uno come
me non può misurarsi con uno come lui. Io sono un cialtrone,
un tipaccio, e soprattutto sono astemio.
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6.1.06
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Bobo Craxi ha vinto la causa
per la segreteria e il simbolo del Nuovo Psi. E' la prima volta
che un tribunale dà ragione a un Craxi. Bella forza: dall'altra
parte c'era De Michelis. |
5.1.06
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Piero Fassino è tornato
dal suo viaggio in Messico. Nessuna notizia, invece di Maurizio
Raggio e della contessa Vacca Agusta. |
3.1.06
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Come aveva detto Piero Fassino
a "Otto e mezzo"? Ah sì: "Quel Travaglio dice spesso cose
improprie". Lui, invece... |
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